Con l’inattesa mossa della Fed, di non ridurre il piano di acquisti di bond per 85 miliardi di dollari al mese, lo scenario cambia almeno fino a fine anno. Probabilmente sarà la riunione del Fomc del 18 dicembre, l’ultima di Ben Bernanke, a svelare i nuovi orientamenti visto che a metà ottobre resta da risolvere il nodo del debt ceiling (il tetto all’indebitamento) negli Usa. Intanto il dollaro si indebolisce e l’euro si rafforza.
Come ricorda anche Ubs, il mancato “tapering” della Fed porta a rivedere le previsioni sul dollaro. L’indebolimento del biglietto verde potrebbe spingere la moneta unica ai massimi dell’anno intorno a 1,37. La mina del supereuro potrebbe zavorrare la già debole crescita del Vecchio Continente. La palla adesso passa a Draghi: la Bce si riunirà il 2 ottobre. Cosa deciderà per frenare il cambio?
di Andrea Gennai – leggi su Il Sole 24 Ore –