Conti deposito senza frontiere

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Aprire un conto deposito in un Paese Ue che non sia l’Italia? In teoria è ovviamente possibile, in pratica non è così facile per chi non è residente nel rispettivo Stato. Ma soprattutto, dati alla mano, oggi come oggi sembra non essere così terribilmente conveniente, almeno per gli italiani. Iniziamo dalle difficoltà. «Molte banche di Paesi esteri, così come avviene in Italia, permettono l’apertura di un conto deposito solo ai residenti in quel Paese», spiega Manfredi Urciuoli, responsabile comunicazione di ConfrontaConti.it (che ha elaborato le tabelle allegate a quest’articolo). Il motivo di questa parziale “chiusura allo straniero?«Nel caso dei depositi vincolati non pesano i rischi legati allo scoperto di un non residente, visto che quel tipo di conti non può andare in rosso, ma le spese di compliance (obblighi antiterrorismo e antiriciclaggio) che lo rendono poco conveniente per una clientela straniera», spiega ancora Urciuoli. Inoltre per vendere un prodotto come un conto deposito all’estero ci vogliono considerevoli spese di marketing.

Rendimenti omogenei
Puntare sulla Spagna o sulla Francia poi, per un italiano, non è così premiante in termini di rendimenti. I tassi all’interno dei principali Paesi Ue sono infatti abbastanza omogenei, come è giusto che sia al di là delle difficoltà di funding di singoli istituti. È un segno della lenta normalizzazione delle tensioni finanziarie all’interno dell’Eurozona, con lo spread che si restringe e i tassi d’interesse dei “vincolati” italiani che si avvicinano sempre più a quelli tedeschi (lontani anni luce, per intenderci, dai rendimenti stellari del 4-5% del 2012, legati all’impennata di spread e interessi sui titoli di Stato nostrani).

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