L’economia Giapponese Brilla.

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Nel primo trimestre il Pil sale del 5,9% annualizzato (+1,5% sul trimestre precedente). L’economia giapponese supera ampiamente le aspettative e torna a cresce a un ritmo robusto in tandem con il ritorno dell’inflazione, proprio mentre una Europa anemica sente avvicinarsi lo spettro della deflazione che ha attanagliato per vent’anni il Sol levante. Nel primo trimestre 2014 il Prodotto interno lordo reale giapponese e’ cresciuto a un tasso annualizzato del 5,9%, pari a un incremento dell’1,5% sul trimestre precedente: si tratta del sesto trimestre consecutivo di espansione, al ritmo piu’ forte dal terzo trimestre del 2011 (quando il Paese si concentro’ nel risollevarsi dalla tragedia dello tsunami del marzo precedente).

Una performance superiore alle aspettative medie (pari a un +4,2% annualizzato), che – se pure surclassa quella degli Stati Uniti, frenati a inizio anno dal maltempo a una impercettibile crescita dello 0,1% – cela pero’ un paradosso: il balzo del Pil nipponico si e’ verificato soprattutto per un’impennata dei consumi, saliti a un tasso annualizzato dell’8,5% (+2,1% sul trimestre precedente), a causa di una corsa agli acquisti di beni durevoli (+66,9% annualizzato!) in anticipazione dell’aumento dell’Iva dal 5 all’8% scattato poi il primo aprile. Dopo una politica monetaria ultraespansiva e una serie di stimoli pubblici all’economia, insomma, e’ stato proprio il primo provvedimento di irrigidimento fiscale varato dal governo ad abbellire il Pil trimestrale, che fa comunque segnare una buona ripresa anche degli investimenti di capitale delle imprese (+4,9%) e delle esportazioni (+6%, sempre trimestre su trimestre, dopo il precedente +0,5%).

Il problema e’ che nel trimestre in corso i consumi sicuramente diminuiranno e l’economia e’ destinata quindi a una contrazione che vari economisti si attendono in un ordine tra il -4% e il -6% annualizzato. Per questo la Borsa non ha festeggiato e continua piuttosto ad attendere di vedere quanto incisivo sara’ il piano di riforme di sistema che il premier Shinzo Abe annuncera’ il mese prossimo. Va anche segnalato che, tra i dati rilasciato oggi, emerge che il deflatore del Pil e’ tornato negativo (-0,2% contro il +0,1% del trimestre precedente), mentre la domanda esterna ha sottratto alla crescita 0,3 punti percentuali e i redditi da lavoro sono diminuiti dello 0,7 per cento. L’aumento dell’Iva, intanto, ha portato l’inflazione effettiva a Tokyo a sfiorare il 3 per cento. La Banca del Giappone attendera’ di verificare quanto profondo sara’ l’effetto distorsivo determinato dal rialzo dell’Iva prima di decidere eventuali nuove misure di stimolo monetario. Di sicuro, c’e’ una grande differenza con il 1997, l’anno in cui, dopo l’aumento dell’Iva dal 3 al 5%, il Paese piombo’ in una pesante recessione. A quell’epoca il sistema bancario giapponese era sull’orlo della bancarotta a causa della montagna di prestiti inesigibili, eredita’ dello scoppio della precedente bolla economica. Ieri i tre principali gruppi bancari giapponesi (MUFG, SMFG e Mizuho) hanno annunciato utili superiori alle attese, a livelli intorno al record, per un totale equivalente a circa 25 miliardi di dollari in una sola annata.

 

 

 

 

 

 

dal corrispondente – Il Sole 24 Ore – Stefano Carrer –  – leggi

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