Nuovi minimi per il petrolio. Il Brent del Mare del Nord è sceso sotto la soglia dei 64 dollari al barile nella scadenza gennaio segnando un prezzo di 63,91 dollari, con una flessione superiore al 4 per cento. Si tratta dei livelli minimi dal luglio 2009. Il Wti intanto cede il 4,7% posizionandosi a 60,80 dollari, dopo essere sceso fino a 60,63 dollari. Pensare che il greggio quotato a New York sia sceso in questo modo ha dell’incredibile: tre mesi fa infatti era quotato a 90 dollari, ha dunque perso un terzo del suo valore in meno di 100 giorni.
La nuova discesa del greggio avviene sulla scia dei dati sugli stock Usa che sono a sorpresa aumentati di 1,5 milioni di barili nella settimana al 5 dicembre (contro il calo di 2,7 milioni di barili atteso dagli analisti) e dopo la riduzione delle stime di domanda globale per l’anno prossimo da parte dell’Opec.
Nel 2015 infatti la stima del cartello dei Paesi produttori è scesa ai minimi da oltre una decade, nettamente al di sotto dell’attuale livello di produzione del cartello. La domanda scenderà a 28,92 milioni di barile al giorno, in calo di 280 mila barili al giorno rispetto alle precedenti stime e di un milione di barili al giorno rispetto agli attuali livelli produttivi. La previsione fa seguito alla decisione dell’Opec di non tagliare le sue quote produttive.