Banche europee al galoppo nella giornata in cui dal Regno Unito arriva l’ennesima sorpresa. Così come il giorno prima del referendum gli investitori erano posizionati a favore del “Remain” (scontando questa ipotesi al 90%) per poi essere smentiti dalla vittoria del “Brexit” anche ieri è accaduto qualcosa di speculare. Gli investitori erano posizionati all’87% su un taglio dei tassi della Bank of England. Ma la banca ha colto alla sprovvista il sentiment generale mantenendo il costo del denaro britannico allo 0,5%.
L’effetto-sorpresa ha spinto in forte rialzo la sterlina (salita di oltre il 2% sul dollaro a quota 1,35) e ha inizialmente fatto tentennare le Borse europee. Ma è durato pochi minuti: i listini azionari hanno ripreso subito lo slancio di partenza, trascinati ancora una volta dal recupero dei titoli bancari. Con il +2,5% messo a segno ieri dalle banche europee, queste stanno via via riducendo il gap pre-Brexit (devono recuperare 12 punti percentuali). Un po’ più lunga la strada da percorrere per le banche italiane: con il +3,6% di ieri i livelli pre-Brexit distano ancora 16 punti percentuali. Ma dai minimi toccati il 6 luglio (-32% dal Brexit) le banche italiane sono salite del 23,6%, in proporzione più delle vicine europee (+16%).