La Politica ed i Mercati

brexitCi siamo lasciati #Brexit alle spalle da più di 100 giorni e i temuti crolli sui mercati immobiliari, valutari e finanziari non si sono al momento verificati, o quantomeno nella misura ipotizzata. La sterlina si è svalutata, l’inflazione è salita, gli immobili hanno mostrato segni di debolezza senza crolli e la Banca d’Inghilterra ha continuato ad iniettare liquidità a piene mani. Indubbiamente sappiamo bene come esista una correlazione tra ciò che succede nel mondo politico ed i mercati finanziari; come dimenticare i momenti d’incertezza e crolli relativi seguiti al #referendum greco nell’estate 2015, la riunione Bce del marzo scorso, il discorso annuale del governatore Ignazio Visco a fine maggio (per restare in Italia) e della già citata Brexit. Nelle prossime settimane assisteremo all’elezione del nuovo presidente Americano ed al referendum costituzionale in Italia. Cosa accadrà? Il 4 Dicembre l’Italia andra’ alle urne per votare il #referendum #costituzionale sulla riforma “Renzi-Boschi”. Un risultato che da fatti di casa nostra ha assunto carattere internazionale, basti pensare al recente interessamento del presidente Americano uscente Obama ed agli articoli sul FT che mostrano preoccupazione in caso di vittoria del No. Tradotto: rallentamento delle riforme, soprattutto sul sistema bancario (con diretta ripercussione sulle banche italiane e Piazza Affari), possibile crisi di governo e le conseguenti incertezze sulle sorti del Bel Paese con un aumento del livello di rischio e conseguente fuga degli investitori. Meno impattante, stando agli esperti, la vittoria del sì, con reazioni moderatamente all’insù per i mercati finanziari. Discorso apparentemente diverso per gli Stati Uniti. Dopo il primo dibattito presidenziale del 26 settembre scorso, con una #Clinton apparsa in vantaggio su #Trump, #WallStreet ha messo in scena qualche brusco movimento, anomalo rispetto ad un mercato azionario che, storicamente, ci mette un po’ prima di riflettere i possibili cambiamenti politici, anche interni. La semplificazione porterebbe a pensare che i mercati “gradiscano” una vittoria della #Clinton, sebbene siano i repubblicani generalmente il partito considerato dalla comunità finanziaria più business-friendly. Diversi studi dimostrerebbero, invece, come il clima politico influenzi i mercati in modo sistematico, con alcune industrie che beneficiano di amministrazioni repubblicane ed altre democratiche, in un sostanziale “equilibrio” che non porterebbe scossoni nel breve periodo quantomeno. Ci vogliono pertanto mesi dopo un eventuale cambio di partito al potere perché il risultato si rifletta in modo positivo o negativo sulle quotazioni di questa o l’altra industria, con la possibilità quindi di creare adeguati profili di rischio per gli investitori più esperti ed attenti. La correlazione politica-finanza pertanto esiste, e può essere, come sempre sui mercati, affrontata con la giusta preparazione, il giusto studio, un corretto approccio e metodo, ma soprattutto con la corretta valutazione dei parametri che governano gli andamenti dei corsi azionari da decenni. #mgconsulting

COMPILA IL MODULO
Ti ricontatteremo al più presto

Accetto l'informativa sulla privacy.


Compila i campi per ricevere l'Ebook GRATIS
"COME COSTRUIRSI UNA RENDITA CON IL METODO MGC"

Accetto l'informativa sulla privacy.