L’avvento dei #socialnetwork ed ancor prima la diffusione planetaria del mondo web ha fatto sì che il flusso di notizie a cui si può accedere gratuitamente sia costante, disponibile 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno..e non solo. Grazie a questa tecnologia imperante vi è una copertura globale su ciò che accade nel mondo, per cui qualsiasi avvenimento sociale, politico oltreché economico ha effetti dirompenti su tutti i mercati: a partire da quelli valutari, passando per quelli obbligazionari ed azionari, finendo a quelli delle materie prime. Una decisione presa dal governo cinese o la crisi di un paese dell’ex Unione Sovietica, o un incidente “atomico” in qualche centrale giapponese, ha immediate ripercussioni in tutto il mondo, con focus sul mercato in quel momento operativo. Si pensi al recente “tentato Golpe” in Turchia (non certo una delle potenze mondiali), all’esito di “Brexit”, a quanto questi fatti abbiano creato notevole volatilità sui mercati, con correzioni al ribasso a dir poco violente. Diventa ancora più importante e basilare una corretta #formazione per poter mettere in atto un’attenta e precisa Analisi Economica, in modo tale da poter essere preparati e pronti a reagire agli effetti, quantomeno, degli avvenimenti più impattanti sui mercati
Per fare ciò è indispensabile capire le relazioni che legano il mercato obbligazionario, il mercato azionario e l’economia reale, così da avere chiaro i flussi che muovono i capitali verso l’economia reale, che poi li trasferisce sui mercati finanziari che a loro volta la possono rimettere “in circolo” all’interno dello stesso paese o verso altri paesi, rendendo il tutto un movimento mondiale.
La storia ci ha insegnato che esistono due fattori causa delle peggiori crisi di mercato:
– le guerre
– i tassi d’interesse a lungo termine
Se l’impatto di una guerra, a maggior ragione se va a colpire interessi internazionali, è piuttosto semplice da cogliere, non altrettanto si può dire per i tassi d’interesse. Semplificando, qualora questi ultimi salissero troppo, i prezzi delle obbligazioni scenderebbero quindi i loro rendimenti salirebbero in modo inaspettato, il che porterebbe gli investitori istituzionali (quelli che muovono miliardi di Euro o Dollari) a “migrare” i loro denari dal mercato azionario al mercato obbligazionario con conseguente crollo dei listini azionari, sofferenze anche per i piccoli risparmiatori e per altri investitori istituzionali, generando un loop all’ingiù degli indici mondiali. E non è finita!
L’innalzamento dei tassi porterebbe i detentori di mutui, prestiti et simili, siano essi privati o società, a pagare interessi più alti con conseguenti ripercussioni sugli utili delle società stesse e una minor capacità di spesa per le famiglie, con danni piuttosto semplici da immaginare per l’economia reale.
Questo nel breve periodo, cioè come conseguenza diretta della modifica dei tassi…perchè nel lungo periodo un trend rialzista dei tassi d’interesse è la conseguenza di un momento di espansione dell’economia…e in questi momenti tutti ne giovano…anche i mercati azionari…
Oltre al rendimento obbligazionario gli investitori devono sempre tenere sotto controllo gli utili delle società. Questi vengono sintetizzati con un valore chiamato #EPS. Questo valore rappresenta gli utili per azione ( Earning / Share ) della società. Se è positivo e magari incrementale rispetto al precedente avremo una società in salute se invece negativo avremo una società con qualche difficoltà.
Qualora volessimo analizzare il mercato azionario ed il suo andamento in modo più ampio, ed approfondito, non possiamo esimerci dall’avere un’idea precisa e chiara su come si muoveranno i tassi d’interesse. Gli elementi che contribuiscono a modificare i tassi d’interesse sono essenzialmente tre:
1 – Il Prime Rate ( tasso d’interesse primario )
2 – L’indicatore della FED
3 – La durata del debito
Per approfondire questi ultimi importanti argomenti, vi rimandiamo ad un prossimo articoli: restate sintonizzati sul nostro blog!! #MGConsulting
