Draghi naviga a vista tra le rapide dei “fiumi europei”

quantitative-easingLa Bce lascia invariati i tassi al minimo storico dello 0%, quello sui depositi bancari a -0,40% e quello di rifinanziamento marginale a 0,25%. L’Eurotower continua a prevedere che il livello dei tassi di interesse resti a lungo su questi livelli o più bassi. Mossa abbastanza scontata per tutti, mentre un po’ di sorpresa desta l’annuncio del Governatore Draghi di estendere il #QuantitativeEasing a tutto il 2017, con una decisione “a maggioranza”, considerato il parere contrario, almeno secondo voci di corridoio, del presidente della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann. Il mondo finanziario tedesco e la Bundesbank da tempo non lesinano critiche all’operato di Draghi, ed in questo momento spingevano per l’inizio della fine di una politica monetaria considerata troppo espansiva. La tesi dei tedeschi è che una politica così accomodante starebbe danneggiando i bilanci delle banche e finirà per creare bolle speculative. Draghi e la maggioranza dei consiglieri restano invece convinti che il problema numero uno restino la scarsa crescita e un’inflazione troppo bassa. Sull’andamento dell’Eurozona, Draghi ha sottolineato che l’economia “crescerà in modo moderato ma solido”. La #Bce ha confermato quindi la crescita dell’Eurozona all’1,7% nel 2016 e rialzato le sue stime per il 2017 da 1,6% a 1,7%. A seguire, nel 2018 la crescita sarà dell’1,6% e per la prima volta la Bce prevede una crescita all’1,6% nel 2019. Quanto ai prezzi, la Bce vede un’inflazione nell’Eurozona dello 0,2% nel 2016, dell’1,3% nel 2017 e dell’1,5% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019. Tornando al Quantitative easing, Draghi ha dichiarato che la Bce andrà avanti oltre la sua scadenza del marzo 2017, fino a coprire tutto il 2017, aggiungendo che, peraltro, gli acquisti di titoli andranno via via scemando, passando dagli 80 ai 60 miliardi al mese. Un segnale importante ai mercati che si aspettavano sì una prosecuzione del piano oltre marzo, ma di soli 6 mesi pur con una quota sempre ferma ad 80 miliardi.  A questo punto gli analisti rimangono con un dubbio aperto: è questo un primo passo verso una normalizzazione della politica monetaria? Oppure è un primo segnale verso il “tapering”? Draghi ha più volte smentito si tratti di Tapering, aggiundendo che nessuno ha avanzato tale ipotesi, e che la Bce farà la sua parte per molto tempo. In effetti a ben vedere, rispetto alle previsioni degli analisti, la Bce garantirà ben 540 miliardi in tutto, contro i 480 previsti, ma soprattutto ha chiosato Draghi, lasciando fondamentalmente mano libera alla Bce: “Se necessario il programma di acquisti può essere esteso o ampliato nelle dimensioni, qualora la situazione lo rendesse necessario”. #MGConsulting

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