Dove andranno le banche dopo i risultati degli stress test.

bankI risultati degli stress test pubblicati a mercati chiusi dall’Eba hanno messo nuovamente a nudo, le fragilità di alcune banche, determinando che il sistema bancario europeo gode generalmente di buona salute: con #MPS risultata di gran lunga la pecora nera europea, in compagnia dell’irlandese Allied Irish. Come già indicato nel nostro precedente articolo, gli stress test riescono a dare un’immagine di solidità del sistema creditizio europeo, ma non riescono a dare una soluzione all’annoso problema della redditività degli istituti di credito europei, in generale; il che, in prima battuta, ci porta a ritenere ancora poco interessante l’investimento in questo settore, poiché pur in presenza di valutazioni sempre più “a sconto”, il fattore rischio è ancora troppo significativo. Perché? Sappiamo bene tutti che per la formazione di una buona strategia di investimento, ciò che va considerato è la redditività di un titolo e se guardiamo a quella delle banche, attualmente, vediamo solo nubi fosche all’orizzonte, con conseguente impatto negativo per la sostenibilità della solvibilità nel lungo periodo. I voti dati dall’Eba non sono degli ultimatum, quel che è certo peraltro, è che alle banche bollate come poco sicure, guarderanno sempre con sentiment guardingo, per non dire negativo gli investitori. Nell’occhio del ciclone della speculazione sono finiti tutti i sistemi che mostrano gli istituti bancari più deboli, con vendite copiose sui titoli bancari che, in Europa, necessiteranno di aumenti di capitale. Se #Mps veste la maglia nera, con un Cet1 negativo, non se la passano bene, comparati alla media del loro paese, colossi quali # Deutsche Bank (Cet1 al 7,8% in netto calo a causa del bubbone #derivati), #Santander (Cet1 all’8,2%), la francese Bnp Paribas (8,51%) e l’inglese Barclays (7,3%), che a differenza dell’istituto di Rocca Salimbeni, sono considerate banche definite sistemiche per i potenziali, devastanti effetti globali in caso di fallimento. Per meglio comprendere i dati, ricordiamo che la media europea è pari al 9,4%; l’Italia mostra un coefficiente patrimoniale medio del 7,7% in caso di scenario avverso, peggio di Spagna (8,6%), Regno Unito (8,5%), Germania (9,5%) e Francia (9,7%). Tornando alle singole entità, veleggia in acque tranquille #BancaIntesa che in caso di scenario avverso mostra un lusinghiero 10,2%, tra le migliori d’Europa. Sorridono #BancoPopolare al 9% e #UbiBanca all’8,8%, mastica leggermente amaro #UniCredit che si ferma al 7,1%, sotto la media italiana ed europea, seppur sopra il 5,5% considerato come livello di sicurezza. Eppure nonostante le promozioni, Piazza Affari continua a penalizzare il comparto bancario nel suo insieme, difficile pertanto pensare che i responsabili siano gli stress test, c’è sicuramente altro. Speculazione? Preoccupazione sugli utili futuri? A nostro modo di vedere la spiegazione va ricercata in un paniere di fattori:  sentiment negativo un po’ su tutto il settore bancario europeo, profit warning e ben più importate la spada di Damocle di nuovi aumenti di capitale che pende sulle teste di alcuni player, primi fra tutti #Mps ed #Unicredit.  Ed in base alla nostra formazione sappiamo bene come operazioni di questo tipo si riflettano ineluttabilmente in perdite di valore per i titoli coinvolti. Insomma un loop che almeno fino a fine anno, con i nuovi voti alle banche a seguito dello Srep di fine anno, farà assomigliare l’andamento dei corsi azionari bancari ad un giro sull’ottovolante. Esiste un modo per proteggersi da tali violente correzioni? E ancor di più c’è modo per investire in tali frangenti di mercato? La risposta a breve… Stay tuned sul nostro blog! #mgconsulting #strategia #opzioni #put #call

 

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